Salgótarján EYOC 2022 – Un’esperienza azzurra

Dopo una settimana di riflessione dalla convocazione in nazionale giovanile e la partecipazione agli EYOC 2022 a Salgatòrjàn in Ungheria Edoardo atleta della Pro Team Nord-Ovest ci rilascia le sue emozioni della sua indimenticabile esperienza.

“Cercherò di narrare nel modo più chiaro e semplice di cui sono capace, che cosa è stata per me
questa esperienza.
All’inizio di questa stagione sportiva avevo fatto un pensiero a proposito di questi europei, ma senza mai prenderlo come un’ossessione o come un qualcosa di cui mi dovessi preoccupare eccessivamente. Era solo un obiettivo che mi ero preposto come sfida con me stesso, senza stressarmi troppo. Così ho iniziato ad allenarmi per arrivare preparato agli appuntamenti di selezione; dopo essere riuscito ad ottenere un discreto tempo sui 3000 metri, ho iniziato a concentrarmi sulla prima gara di selezione al Bosco delle Cesane nelle Marche, dove però non sono riuscito a dare il mio meglio. Da questa trasferta ho però portato a casa la mia prima vittoria in Coppa Italia a Recanati, gara sulla quale in realtà non avevo puntato nemmeno tutte le mie forze.
Sicuramente però questa “impresa” aveva aumentato la mia fiducia per la successiva prova di selezione: i Campionati Italiani Sprint di Dolceacqua; riuscire a fare bene non era certamente facile e scontato, perché la concorrenza era davvero altissima e sapevo che dovevo cercare di
sbagliare il meno possibile. Così, trovando una buona concentrazione e dando il massimo fino
alla fine sono riuscito a vincere il mio primo titolo italiano.
A questo punto, senza farmi sopraffare dall’entusiasmo, ho cercato di rimanere concentrato per l’ultima gara di selezione che forse mi avrebbe permesso di andare in Ungheria a disputare gli europei.
Non posso nascondervi che a Monte Zucco sentivo più tensione che per i campionati italiani,
perché fino a quel momento ero il primo nella classifica di selezione per la nazionale con non
molto margine sui mie diretti avversari e si trattava di disputare una gara long su un terreno in cui ho ancora molto da migliorare. Quasi a volermela far sudare fino in fondo, quella mattina mi sono ritrovato a dover gareggiare febbricitante a causa di un dente del giudizio, ma, dando il massimo di me stesso, sono così riuscito a tirare fuori una buona gara con piccoli errori, che mi ha quindi garantito “il passaporto” per gli EYOC del 2022.
Certamente la sola qualificazione agli europei è stata una grande soddisfazione, anche conscio che in Piemonte era ormai dai tempi dei Curzio (Lucia e Samuele) che qualcuno del settore giovanile riusciva a vestire l’azzurro, ma adesso bisognava pensare a dare il massimo nelle gare ungheresi. Ho quindi resettato tutto e ho iniziato a preparami con determinazione e forza di volontà per quelle gare che erano diventate le più importanti dell’anno.
Durante il camp di preparazione svoltosi in Ungheria tre settimane prima degli europei, mi sono trovato molto bene nella mia prima esperienza con la nazionale dove si è creato un clima positivo e costruttivo. Rientrati, ormai non mancava più molto alla vera trasferta europea e quindi ho provato a mantenere una buona e positiva concentrazione, cercando anche di evitare infortuni e malanni.
Raggiunta Salgótarján finalmente il mio obiettivo si è trasformato in realtà: è stata un’esperienza davvero bellissima in cui ho potuto incontrare e scherzare con molte persone provenienti da tutta l’Europa e persino dall’Oceania. Non mi sono però mai dimenticato per quale vero motivo ero li e quindi sono rimasto sempre molto concentrato su quelli che erano i miei impegni sportivi.

Purtroppo non sono arrivati i risultati per cui mi ero allenato, ma ripensandoci adesso a
sangue freddo ho capito che forse per la prima volta che indossavo la maglia azzurra, un
diciassettesimo posto in un campionato europeo con un livello di competitività di quel tipo, in
fin dei conti non sia poi così male.
Come ho già detto solo il fatto di essere arrivato agli EYOC è stata per me una vittoria, ma devo anche aggiungere che l’atmosfera ungherese ha aumentato il mio orgoglio per aver portato il Piemonte a primeggiare nelle file azzurre. Altra cosa che mi rende particolarmente contento è il fatto di essere riuscito ad affrontare questa parte di stagione con positività e speranza senza mai disperarmi anche per quei risultati “allenati” ma non arrivati. Il consiglio che forse posso dare ai miei amici-avversari coetanei è quello di non disperarsi mai e di continuare sempre ad allenarsi; spesso i risultati importanti non arrivano subito, ma quando succederà proverete anche voi davvero tanta soddisfazione. In fin dei conti io ho “solo” continuato ad allenarmi con determinazione e costanza!
Certo non è mai facile trovare il tempo, la voglia, gli incastri con la scuola per farlo e quindi capirete con facilità perché non posso mancare di ringraziare la mia famiglia, e in particolare mio fratello Carlo, la mia società, la nostra delegazione piemontese e tutti quelli che mi sono sempre stati vicini e mi hanno supportato in qualsiasi momento anche solo con un saluto di stima o incoraggiamento; è anche grazie a loro che sono riuscito a raggiungere questo traguardo e vivere questa fantastica esperienza.
Ora sicuramente continuerò ad allenarmi con serenità, ponendomi nuovi obiettivi e traguardi ancora più impegnativi di quelli che ho già raggiunto, ma soprattutto sperando che nelle prossime stagioni anche altre maglie azzurre possano essere vestite da giovani atlete e atleti piemontesi.”

Edoardo Pellegrino Tecco