In Appennino verso il finale di stagione

Lo scorso fine settimana erano in programma due gare di Coppa Italia sull’Appennino Emiliano a suggello della classifica di sprint e quale penultimo appuntamento per quella di bosco.

Questa volta i portacolori piemontesi si sono presentati ancora più numerosi, era infatti anche presente la compagine giovanile dell’Oricuneo e non sono certo mancate meritate soddisfazioni.

Il sabato riservato a sfide veloci e senza diritto di replica, ha visto scorrazzare gli atleti per le viuzze e scale di parte dell’abitato di Gaggio Montano (BO) e le sue restanti strade e aree verdi, su un tracciato pimpante e non scontato.

Un meandro di scelte che doveva però essere supportato anche da una buona prestanza atletica; condizioni atmosferiche quasi ideali, con temperatura non particolarmente soffocante e una buona dose di fortuna per lo scampato acquazzone che ha preceduto le varie partenze. Unica nota forse un po’ stonata, l’impressione per le categorie senior (e forse non solo) di una cartina con colori un po’ strani, che pregiudicava la lettura immediata o comunque alcuni particolari importanti.

Settore femminile

Splendido podio per Guendalina Ciarlitto, che dall’alto del 2° posto ha confermato alle avversarie di attraversare un buon stato di forma, ma ancor prima di destreggiarsi con una tecnica di ottima fattura. Sempre in W16 Francesca Solaro si fermava al 16° posto.

Tra le giovani, ancora da annotare le buone prove di Camilla Pallaver in W12 con un 5° posto e in W20 il 6° e 10° posto rispettivamente di Costanza Bianco e Nicole Daziano.

Per le meno giovani la giornata non ha riservato guizzi degni di nota, comunque sempre impegnate al meglio; Tiziana Brignone 13° (W50), Annunziata Pizzonia 10° (W55), Bruna Mosso 7° (W60), Arcangela Massimelli 10° (W60), Ornella Arnaudo 6° (W65).

Settore maschile

Da apprezzare la bella prova del giovanissimo e quasi neofita Emanuele Roberto, che nelle rispettiva M10 con un solido 6° posto dimostrava una costante crescita anche tecnica.

Per la M14 brillava ancora una volta Andrea Grillo con il 6° posto, un po’ più defilati Marco Perissinotto e Jacopo Spina, rispettivamente 8° e 9°.

Passando alle due categorie giovanili più numerose e sicuramente con un livello tecnico e atletico alti, da segnalare la battaglia ancora serratissima in M16 dove Jacopo Chiogna confermava una prestigiosa top ten (9°); Carlo Pellegrino Tecco (12°) e Davide Pairone (14°) non ne perdevano la scia con distacchi veramente contenuti e anche frangenti di gara migliori. Più attardati apparivano Paolo Trisciuc (18°) e Lorenzo Spina (25°).

In M18, Edoardo Pellegrino Tecco doveva cercare di sopperire ad alcuni errori tecnici con la corsa e riusciva quindi a meritarsi un 7° posto; degno di nota l’avvicinarsi alla top ten anche di Giulio Perissinotto con la 13° piazza; ancora un po’ “acerbi” Gabriele Bovero (17°) e Luca Grillo (19°).

Tra i grandi, positivo il 20° posto di Claudio Balbo in ME e quasi una certezza la vittoria in M60 di Leonardo Curzio, che oltre alle sue qualità tecniche e atletiche, ha la capacità di far sembrare il podio una banalità, ma non è certo così, quindi bravo ancora una volta.

Almeno discreti i vari Luciano Perissinotto 9° (M45), Gilberto Pellegrino 11° e Marco Arnaudo 18° in M50, Enzo Zamperin 9° e Osvaldo Migliore 11° in M65, Corrado Miniotti 7° in M70.

Tralasciati i panni di “feroci” agonisti, c’è stata l’occasione per tutte le compagini accorse, di riprendere in mano la mappa e dirigersi in visita all’imponente Faro di Gaggio Montano; curiosa e particolare opera monumentale che si erge sulla sommità della maestosa porzione rocciosa a presidio dell’abitato, e che giustamente è stato “risparmiato” dalla tracciatura.

Un po’ di spensieratezza per ricaricare le batterie in vista delle sfide e rivincite dominicali.

Ed eccoci a Corno alle Scale, località turistico-naturalista di grande spessore, rinomata anche per importanti strutture sportive invernali; ma come si dice da quelle parti, se vedi in zona una nuvola, prepara l’ombrello.

Purtroppo la nuvola è arrivata e da quel momento l’atmosfera scanzonata tipica di chi pratica l’orientamento, si è trasformata nei più svariati “malumori” per un abbigliamento troppo leggero o le preoccupazioni tecniche per affrontare le pendenze in sicurezza. L’aspetto forse meno nobile, è che comunque tutte le volte solo al finish si potrà narrare la realtà di quei presagi e anche questa volta è stato così.

Se per qualcuno il Campionato Italiano di qualche stagione fa in quei di Lavarone poteva rappresentare la peggior tregenda di cui era stato protagonista, Corno alle Scale 2021 è diventata quasi la personale “discesa agli inferi”. Infatti, agli oltre 1.700 metri di altitudine del campo gara si è visto di tutto e sofferto di tutto; pioggia battente, grandine, tormenta feroce di vento, rigagnoli d’acqua, rocce trasformatesi in saponette e nebbia, hanno messo a dura prova ogni animo umano in cerca di lanterne e se incrociavi qualcuno ti sembrava veramente un’anima in pena!

Sicuramente non è stato un caso che, oltre a coloro che anche con giudizio hanno ritenuto più opportuno tralasciare di partire, su tutti i partenti ci siano stati ben 65 atleti ritirati, “equamente” distribuiti sulle varie categorie.

Ma torniamo ai nostri eroi.

Settore femminile

Per nulla intimorita, ma inzuppata anche lei, Camilla Pallaver (W12) si inseriva ancora una volta in 5° posizione.

In W16 Guendalina Ciarlitto appariva meno sicura in 12° piazza, viceversa Francesca Solaro riusciva a districarsi su tempi di maggior rilievo in 18° posizione.

Il 7° e 8° posto nella W20 per Costanza Bianco e Nicole Daziano, tralasciavano intravedere distacchi un po’ dilatati, ma come abbiamo già detto, a Corno alle Scale sono stati tutti eroi a prescindere.

Bella soddisfazione per Annunziata Pizzonia, che in WC riusciva a ergersi fino a un pregevole 2° posto.

Altrettanto podio pesante per Bruna Mosso che si aggiudicava la seconda piazza d’onore nella W60.

La stoica e leggera Ornella Arnaudo, che in più occasioni ha rischiato di “prendere il brevetto di aquilone”, è riuscita in qualche modo a concludere in 6° piazza.

Settore maschile

Claudio Balbo in ME è riuscito a meritarsi il 20° posto almeno con un buon bagaglio di esperienza. Altrettanta utile esperienza l’ha maturata Andrea Grillo con il 4° posto in M14; avventura meno positiva nella sua stessa categoria per Jacopo Spina e Marco Perissinotto che hanno considerato necessario ritirarsi.

In M16, gara ancora di spessore per Jacopo Chiogna con la 7° piazza e positivi riscontri per Davide Pairone 12° e Lorenzo Spina 15°; decisamente in difficoltà Carlo Pellegrino Tecco 19° e non così attento Paolo Trisciuc che comprometteva una prova almeno più che discreta con un PM.

Tra i giovani-grandi, in M18 finalmente Edoardo Pellegrino Tecco riusciva ad agguantare il primo podio di Coppa Italia in bosco con un consistente e convincente 3° posto, mentre Giulio Perissinotto (15°) e Luca Grillo (17°)  dimostravano che se almeno la grinta è quella giusta, ci saranno future occasioni per dimostrare anche le migliorie tecniche raggiunte.

Gabriele Bovero, che aveva preferito optare per la MB, raggiungeva un discreto 10° posto.

Anche per i grandi è stato il momento di dimostrare la scorza dura di noi piemontesi e non a caso Leonardo Curzio ha ribadito il podio del giorno precedente, con un poderoso 3° posto in M60.

In M50 sono arrivati il coriaceo 5° posto di Gilberto Pellegrino e la 12° posizione di Marco Arnaudo. Se in M65 Enzo Zamperin ha solo sfiorato il bronzo con un 4° posto di sicuro spessore, anche Corrado Miniotti ha optato per il ritiro in M70.

Sono ancora necessarie due annotazioni di stoicismo:

– la prima per Luciano Perissinotto, che incappato nella sventura di perdere la SI-Card durante l’avvicinamento allo start, si prodigava in ogni dove per ritrovarla e riuscire quindi a partire nella bufera; colto anche lui dalle avversità atmosferiche nell’integrità fisica, doveva rinunciarvi prima di mettere a repentaglio la salute.

– la seconda è per Andrea Roberto, che quando aveva scelto di “scamparsi una long” per meglio imparare nozioni organizzative, mai e poi mai avrebbe pensato di potersi ritrovare coinvolto in un’avventura degna della Campagna di Russia. Quasi, ho detto quasi, impassibile ha certamente patito ogni meglio della giornata di tempo avverso, come avesse fatto per davvero la famosa long … Un esempio, anche per ogni atleta, che troppo spesso non si ricordano dell’importanza e delle fatiche degli organizzatori!

L’Appennino non si illuda, che sicuramente alle prossime occasioni i piemontesi torneranno ancora più volenterosi di onorare le loro terre, non certo prima di sfidarsi a partire già dagli ormai prossimi appuntamenti locali.

Un partecipante Piemontese